Giro del Sodadura
Giro del Sodadura
Difficoltà
Impegnativo
Lunghezza
5 KM
Durata
2,5h
Dislivello
400 m+
Pendenza Media
5%
Il giro del monte Sodadura è un itinerario che può essere affrontato sia a piedi che da bikers con una certa esperienza, in entrambi i sensi.
Raggiunto il Rifugio Nicola dalla strada carrabile, si prosegue sulla destra in direzione del sentiero che porta alla vetta del Sodadura, ma prima di iniziare la salita si prende il sentiero sulla sinistra: si tratta del sentiero 101.
Da qui inizia un bellissimo sali-scendi su singletrail, che condurrà alla bocchetta di Regadur. Il panorama sulle Alpi Orobie è da cartolina.
Dalla bocchetta di Regadur inizierà una bellissima discesa: é il tratto più tecnico dell’intero percorso, con fondo smosso in sassi e curve molto strette, che in qualche punto inducono a scendere dalla bici.
Si arriva quindi ai Piani d’Alben e successivamente al Rifugio Gherardi.
Una decina di metri sopra il rifugio si troverà il sentiero per tornare verso i Piani di Artavaggio, anche qui per sicurezza meglio scendere dalla bici in alcuni tratti.
Arrivati alla pineta ci si può rilassare e prepararsi per godere dell’ultima parte del giro, quasi pianeggiante, prima di scorgere appena sotto i Piani di Artavaggio.
Il giro del monte Sodadura é un itinerario che può essere affrontato sia a piedi che da bikers con una certa esperienza, in entrambi i sensi.
Raggiunto il rif. Nicola dalla strada carrabile, proseguiamo sulla destra in direzione del sentiero che porta alla vetta del Sodadura, ma prima di iniziare la salita prendiamo il sentiero sulla sinistra: si tratta del sentiero 101.
Da qui inizia un bellissimo sali-scendi su singletrail, che ci condurrà alla bocchetta di Regadur. Il panorama sulle Alpi Orobie è da cartolina.
Dalla bocchetta di Regadur inizierà una bellissima discesa: é il tratto più tecnico dell’intero percorso, con fondo smosso in sassi e curve molto strette, che in qualche punto inducono a scendere dalla bici.
Arriviamo quindi ai Piani d’Alben e successivamente al rifugio Gherardi.
Una decina di metri sopra il rifugio troveremo il sentiero che dovremo prendere per tornare verso i Piani di Artavaggio, anche qui per sicurezza meglio scendere dalla bici in alcuni tratti.
Arrivati alla pineta potremo rilassarci e goderci l’ultima parte del giro, quasi pianeggiante, prima di scorgere appena sotto i Piani di Artavaggio.